di Domenico Vito

Ieri era il giorno dell’Europa.

Una giornata che quest’anno ha avuto risalto anche perchè e sopratutto questa giornata è stata celebrata per la prima Volta in Ucraina

Il 9 maggio l’Unione Europea celebra la Giornata dell’Europa 2023, per commemorare la dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, considerato il primo atto ufficiale del processo di integrazione europea.

In questa Europa con la guerra alle porte questa giornata assume un sapore particolare.

In questi anni, a partire dai grandi sogni iniziali l’Europa ha vissuto periodi alterni di grandi entusiasmi ma anche di grandi fatiche incongruenze e lentezze.

Non a caso oggi ci ritroviamo a fronteggiare un forte sentimento antieuropeo e una dilagante ascesa delle destre in Europa, che seppur vogliono mantenere l’assetto dell’unione, promuovono politiche protezioniste.

Di certo l’approccio alla governance ordoliberista, basata su una legge del mercato, burocratizzata e ipernormata, che ha contraddistinto i mandati precedenti a questo, non ha aiutato a promuovere nel profondo il progetto Europeo. E di questo bisogna prenderne atto 

Ma l’Europa in se e in valori europei non sono e non possono essere in discussione.

Per diversi motivi

Prima di tutto per motivi storici: ben due guerre mondiali hanno portato a questo assetto e il pensare solo che un “tornare indietro” ai singoli stati nazionali possa essere una soluzione è antistorico, pericoloso e regressivo

Secondo per motivi geopolitici: in un mondo dove superpotenze continentali si scontrano e dove il multilateralismo è l’unica via, il pensare che a livello globale si debba presentare uno schema delle singole nazione, non da contezza del presente e rischia di creare “stati vassallo” e scenari di polarizzazione che ricorderebbero proprio il quadro europeo prima dell’unione.

Terzo per motivi economici che discendono da quelli geopolitici in primis . Come si può pensare di concorrere nell’economia globale a livello di singoli stati di fronte a competitor di gran lunga più popolosi, piu ricchi di risorse e finanziariamente piu capienti, se non come Europa Unita?

Inoltre a livello economico, l’Europa potrebbe essere Leader nel campo della Transizione Green. Con il corso di Ursula Von der Leyen e il Green EU Deal sicuramente la rotta è stata tracciata, tuttavia occorre un maggior peso politico e leadership in quei luoghi in cui si parla appunto di questo, come le negoziazioni per il clima, e i forum di alto livello dell’UN sullo sviluppo sostenibile.

Ieri è stato il giorno dell’Europa, ma domani che Europa sarà? 

Di certo il modello Europeo va quantomeno sottoposto ad “tagliando”.

ll processo di unificazione ha di per se cambiato lo scenario e le grandi innovazioni tecnologiche nel campo delle energie rinnovabili e dell’IT pongono di fronte non solo un forte stanziamento di risorse come già avviene per i progetti europei,ma anche e soprattutto nuovi modelli di governance .

Il paradigma deve essere quello dell’Europa dei popoli, piu efficiente nello scambio dell’informazione ma più decentralizzato e capillare.

L’Europa deve inoltre realizzare la propria indipendenza energetica accelerando e non ostacolando il NET ZERO al 2050 e puntando anche qui su modelli decentrati e a rete (basati ad esempio sulle comunità energetiche) di produzione e consumo delle energie rinnovabili.

L’Europa inoltre deve promuoversi come tempio dei diritti umani e della democrazia, creando una governance migliore dei flussi migratori (oltre il trattato di Schengen) ma anche e soprattutto puntando sulla partecipazione dal basso , sulla democrazia deliberativa e sui processi decisionali multiattoriali.

In questa giornata dell’Europa quindi occorre per tutti noi prima di tutto riflettere che l’Europa viene dal sacrificio di due guerre mondiali, ma che tuttavia non è un dato per scontato.

Ogni generazione ha il compito di contribuire a rinnovarla e ripensarla, e non denigrarla. 

Perchè seppur molti siano convinti di questo, non è un processo convenientemente reversibile.

Ma anzi è un traguardo da portare avanti.

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