Di Andreas Massacra

Glasgow è la capitale economica di Scozia, conta 600.000 e passa abitanti ma se si considera l’intera area amministrativa, lo Strathclyde o Greater Glasgow, si arriva a 2.600.000 abitanti, oltre la metà della popolazione di tutta la Scozia.

Il tempo è quello tipico scozzese: pioggia con vento. Può scoraggiarne la visita, ma la città merita di essere vista. Se siete in macchina e la parcheggiate in divieto di sosta le multe sono assicurate, meglio optare per un parcheggio a pagamento.

La prima tappa è da dedicare a colui al quale si deve, forse, il nome della città. Secondo una delle tradizioni, esso deriverebbe dal gaelico Glasghu, “cara famiglia” nel senso di comunità cristiana, in questo caso. Tale toponimo sarebbe stato dato da San Kentigern, meglio conosciuto come San Mungo (Munghu, altro modo familiare per dire “caro” in gaelico), che divenne evangelizzatore delle Lowlands e vescovo della città, allora chiamata Cathures, ribattezzandola Glasghu. Chi era San Mungo? L’agiografia racconta che fosse figlio di Thenaw, principessa del Fife, nato da una violenza carnale attorno al 518 ed educato, forse da San Servano, la cui comunità lo rinominò Mungo. Sia come sia, lo ritroviamo vescovo della sua nuova “Cara Famiglia” fino al 553, quando una battaglia tra pagani e cristiani costrinse alla fuga Mungo che riparò a Swansea, tornando poi a Glasgow nel 573 e rimanendovi fino alla morte, sopraggiunta 30 anni dopo.

Cattedrale di San Mungo

Fu sepolto nella attuale cripta della magnifica Cattedrale a lui intitolata. Diciamo Cattedrale, perché storicamente lo fu fino alla fondazione della Chiesa Riformata di Scozia (1690). L’edificio è un tripudio gotico, un superbo esempio di architettura del tardo XII secolo scozzese, l’unica chiesa medievale (non sulle isole, essendo l’altra la cattedrale di San Mungo nelle Orcadi) sopravvissuta senza quasi rimaneggiamenti alla Riforma. Consacrata nel 1197, tre navate, lunga 87 metri, alta 32, con una imponente guglia centrale che si eleva a 68 metri; quando si è al suo interno sembra di stare in una foresta di pietra, dove al posto degli alberi ci sono possenti colonne e dove sfarfallano giochi di luce originati dalle splendide vetrate: quella principale è del 1958 e rappresenta la Creazione. Una sorta di ambiente quasi fatato, al di sotto del quale giace la grande cripta con la tomba di Mungo, così vasta da essere una chiesa sotto la chiesa. Si rimane estasiati all’ingresso e sconsolati nell’uscire, ben consci però di aver visto uno dei gotici più puri di tutta Europa.

Alle spalle della imponente ma leggiadra Cattedrale si trova una gravina, oltrepassando la quale tramite un ponte pedonale, chiamato “Ponte dei Sospiri”, si arriva alla seconda tappa del giro, il vecchio cimitero, che si adagia su una collinetta dal raso prato da cui si gode del panorama di tutta la città.

Necropoli

La Necropoli si presenta alla vista come un parco informale in stile vittoriano, con tombe e sculture di interesse artistico come quelle di John Henry Alexander, di Charles Tennant, di Archibald Monteath (un piccolo mausoleo in stile neo-romano) e di John Knox, la cui statua si trova assisa su una colonna collocata in cima alla collina. Aperto nel 1832 è tuttora in uso e per quanto la concezione del campo santo, nei paesi anglosassoni, lo faccia somigliare a un parco e la gente lo usi anche per passeggiare, va visitato col dovuto rispetto.

Kelvingrove Park

Dalla Necropoli, attraversando la città, si giunge al Kelvingrove Park, una grande area verde di 85 acri, inaugurato nel 1852. Tra i saliscendi e gli alberi d’alto fusto, fanno capolino statue (tra cui quella di Carlyle e Lord Kelvin) e fontane. Del resto l’acqua non manca, visto che nel parco si snoda una parte del percorso del fiume Kelvin, uno dei principali affluenti del Clyde. Se si passeggia, immersi nella natura, non deve destare sorpresa la scorta di scoiattoli, lontre e uccelli acquatici che popolano gli stagni. Insomma, una bella immersione nel verde prima che lo sguardo venga rapito dalla sontuosa università di Glasgow.

Università di Glasgow

L’università come istituzione venne fondata nel 1450 presso la cattedrale di San Mungo, ed è la quarta per antichità del mondo anglofono. L’attuale suggestivo edifico, che richiama il medioevo, fu costruito nel 1870 in stile neogotico: un doppio quadrilatero con al centro una torre con guglie, alta 85 metri. Torrette, saloni con volte a sesto acuto, bifore e trifore ad arco acuto rendono appieno il revival medievale, tradito però dall’uso dell’arenaria per la costruzione dell’edificio, pietra non usata durante l’era di mezzo. Tra i suoi celebri alunni vanno ricordati Adam Smith, Lord Kelvin, David Livingstone e Colin Maclaurin. Girando per i chiostri sembra di passeggiare per la famosa scuola di Hogwarts e del resto, lo stesso ospedale del mondo magico, il “San Mungo” è deliberatamente ispirato alla cattedrale di Glasgow.

Prima di riprendere la macchina per dirigerci verso nord, vale la pena visitare il municipio in stile vittoriano, che fonde all’esterno, ecletticamente, il neoclassico e il neorinascimentale. L’interno è molto ricco e baroccheggiante e, con le sue scalinate in marmo di Carrara, ricalca le regge italiane del secolo precedente.

Lasciata Glasgovia (e sì Glasgow ha una sua traduzione in italiano), ci dirigiamo in macchina verso nord, direzione Inverness, addentrandoci di chilometro in chilometro nelle Highlands. Gli edifici si fanno via via più radi e il mattone lascia spazio a verdi boschi di alte conifere alternati a brulle, ma sempre più alte, colline. Le dolci curve e le morbide pendenze della superstrada ci accompagnano fino a Inverness, capitale delle Highlands, dove si respira una arcana connessione tra uomo e natura.

Highlands

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