di Domenico Vito

…Diceva una canzone.

E sembra quello che è successo alla sinistra italiana.

L’intenzione di questo articolo parte dalla volontà di scrivere un’analisi delle recenti vicissitudini elettorali della sinistra, per una volta con un piglio un po’ più partitico, non tanto perché voglia convincere a votare questo o quello, ma più che altro perchè l’oggetto della discussione sarà un partito, ossia il maggior partito della sinistra italiana ossia il PD.

Chiaramente ponendo un punto di vista – senza troppe rumore e pretese –  ma con la volontà di far comunque riflettere.

Il PD lo abbiamo lasciato alle prese con le disfatte elettorali delle elezioni nazionali italiane e delle regionali in Lombardia e nel Lazio.

In quest’ultime soprattutto il tonfo è stato grande.

Ci si aspettava una ripresa dalla botta di settembre, dove la coalizione di centro destra – secondo le attese – ha vinto le politiche.
Ed invece , nonostante i candidati di prestigio e di “sinistra” come Pierfrancesco Majorino e Alessio D’Amato pur sostenuti da diverse liste, la crisi è continuata.

Ma forse con ragione…forse perché riprendendo l’adagio, bisognava “morire ancora un po’” per avere veramente voglia di rinascere.
Analizzando infatti le percentuali di voto delle regionali quello che stupisce più di tutto è stata la scarsissima affluenza, intorno al 31%, e associando questa percentuale al risultato finale risulta facile pensare che il voto è stato per lo più un voto conservatore, nel senso che (specialmente in Lombardia) è andato a votare più chi aveva paura di un cambiamento progressista proprio per scongiurarlo in ogni caso, piuttosto che chi pur augurandosi non ne ha visto l’espressione in nessuno dei candidati ed addirittura ha rinunciato ad andare a votare.

Questa può essere una chiave di lettura che può essere utile per leggere anche l’elezione di Elly Schlein a nuova segretaria del partito democratico.

Donna, giovane non eterosessuale radicale paladina dei diritti – parla nei suoi discorsi di cambiamento climatico, di diritti dei lavoratori di “cose di sinistra” ma facendo un discorso di senso compiuto, attuale, e non “di maniera” o “come si dovrebbe” . 

E’ stata europarlamentare eletta dal PD nello scorso mandato ed ora è deputata indipendente sempre però grazie all’appoggio del PD 

Insomma qualcosa di tradizionale per la sinistra ma essenzialmente innovativo portato da un volto nuovo oltre gli “uomini di partito” (dato che si era appena reiscritta al partito dopo una lunga militanza fuori).

L’outsider – un po’ come lo è stato Meloni a destra –  che però ricompatta le fila.

(non a caso ha ricevuto comunque i complimenti dalla Presidente del Consiglio)

E poi una donna

E ancor di più giovane, una millennial

Esordisce nel suo discorso..:”pensavano che non ce l’avremmo fatta , ed invece ancora una volta non ci hanno visto arrivare” . Tra il beffardo e il rock’n’roll con un piglio un po’ da Celentano. Elly è stata votata soprattutto da non-iscritti: chi se lo aspettava che quasi un milione tornassero al voto.

Ed invece oltre l’elite, c’è vita…anzi la vita , la rinascita può stare proprio li.

Con la dovuta prudenza chiaramente, ma con l’altrettanto dovuto coraggio

Come HubZine ci siamo sempre chiesti che fine avesse fatto questa generazione (della transizione) . In Italia è stata sempre in sordina….sicuramente fino ad ora 

Abbiamo iniziato questa piattaforma con questo articolo : “I giovani la crisi, Seattle e I Pink Floyd” proprio interrogandosi sulla crisi generazionale che gia 10 anni fa si intravedeva chiara.

Chi avrebbe ancora suonato i Pink Floyd….Probabilmente la generazione di Seattle potremmo dire oggi.

Ci siamo chiesti inoltre Che fine avessero fatto i millennials? 

Toh, eccoli qui, dove meno te li aspetti … l’asso nella manica, l’ultima speranza l’ultimo treno oltre l’accomodamento.

Chiaramente, ora meglio non montarsi la testa. E’ solo un elezione di un segretario di partito, anche controversa tra le sue stesse fila.

Ma come ha notato Lilly Gruber in una recente puntata della sua trasmissione.

In questi tempi di crisi e tempeste, sta vincendo la radicalità.
E’ come se si necessitasse di punti saldi su cui appoggiare il proprio passo in un futuro incerto 
Staremo a vedere.

Di certo, un cambio generazionale è necessario …e forse è iniziato.
Con tutti i se del caso, ma anche con un briciolo di rischio che ti aiuta a vincere le battaglie impossibili.

Ancora una volta non ci vedranno arrivare..
Ancora una volta servirà essere improbabili, per andare contro alle probabilità avverse 

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