Position Paper su Rifiuti Marini and Microplastiche
Major Group for Children and Youth of United Nations Environment Programme
Autori
Carol Maione, Gabriela Fernandez, Suzanne Astic, Domenico Vito, Christianne Zakour, Teresa Oberhauser, Yugratna Srivastava,
Traduttori: Domenico Vito, Carol Maione
a nome del Marine Litter and Microplastics Working Group dell’UNEP MGCY
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Noi giovani crediamo che ripensare l’approccio il problema dei rifiuti in plastica e l’inquinamento è necessario e urgente. Inoltre crediamo fortemente che una gestione corretta dei rifiuti plastici passi attraverso la raccolta di dati soprattutto nei paesi in via di sviluppo: “ciò che non si misura è difficile da gestire”. Infine, sosteniamo che la plastica debba essere prodotta e consumata in modo sostenibile.
Ciò evidenzia la prevenzione dei rifiuti come principio chiave al fine di impedire la produzione delle plastiche non essenziali, seguendo l’idea di base di prevenzione per cui “la plastica migliore è quella che non produciamo”.
I giovani sono molto impegnati nell’attivismo, nella difesa dell’ambiente e nelle varie attività ad esso correlate, al fine di lasciare un mondo più pulito per le generazioni future.
Ma il semplice volontariato non è sufficiente. In qualità di eredi e futuri cittadini del mondo, i giovani sono importanti stakeholder della salute dell’ambiente.
Questo documento vuole attirare l’attenzione sulla voce dei giovani, poiché riteniamo che il loro contributo sia essenziale per affrontare correttamente il problema e che possa essere parte della soluzione stessa. Il documento è stato redatto dal gruppo di lavoro ML&MP di UNEP MGCY e serve come contributo al dialogo interno
Noi giovani plaudiamo alle soluzioni e agli interventi esistenti per affrontare questo problema globale. Siamo però contrari a soluzioni e interventi non in armonia con gli ecosistemi. Anche quando un prodotto è dichiarato riciclabile (le bottiglie di plastica possono esserlo fino a dieci volte), ciò non garantisce che verrà riciclato. A meno che il prezzo della plastica riciclata non sia inferiore a quello del materiale vergine, la plastica potrebbe essere bruciata o gettata. Sebbene le innovazioni compostabili o bioplastiche siano celebrate, non possiamo trascurare l’avvertimento di “The Rethink Plastic Alliance” secondo cui “la plastica a base biologica si basa su risorse terrestri limitate e agricoltura industriale ad alta intensità chimica” e “meno del 40% delle plastiche a base biologica sono progettate per essere biodegradabili”.
- L’educazione in prima linea
Fare leva sull’istruzione e la consapevolezza dell’impatto dell’inquinamento da plastica è la chiave per affrontare il problema dei rifiuti. L’istruzione è necessaria per promuovere l’azione e innescare cambiamenti nelle società. Attraverso l’educazione e la consapevolezza, le persone possono superare alcune delle barriere associate alle norme e alle convinzioni sociali che hanno determinato il consumo eccessivo di plastica e lo smaltimento incontrollato dei rifiuti. Il ruolo dell’educazione è molteplice e può ispirare un cambiamento positivo verso comportamenti più sostenibili, dal momento in cui un consumatore entra in contatto con la plastica fino a quando non la smaltisce. Pertanto, i consumatori possono prendere decisioni informate al momento dell’acquisto, valutando diverse alternative alla plastica vergine, dalla plastica proveniente da fonti sostenibili a materiali alternativi, e rifiutando plastica monouso e prodotti difficilmente riciclabili. In secondo luogo, grazie all’istruzione, i consumatori possono imparare a utilizzare in modo responsabile la propria plastica, comprese le opzioni di riutilizzo. Infine, quando un oggetto in plastica non è più riutilizzabile, i consumatori sono responsabili di evitare l’inquinamento da plastica attraverso una corretta gestione dei propri rifiuti a casa. Alla luce dei benefici legati all’educazione ambientale e alla consapevolezza, MGCY si impegna attivamente nella sensibilizzazione dei giovani sull’emergenza plastica. Le attività di sensibilizzazione comportano il rafforzamento delle capacità, la consapevolezza degli impatti dell’inquinamento da plastica e dei rifiuti marini, e le migliori pratiche per la prevenzione dei rifiuti e il contenimento dell’inquinamento da plastica.
Per quanto riguarda l’istruzione, le prospettive future comprendono l’integrazione dei programmi di studio sui rifiuti marini e sulle microplastiche a tutti i livelli scolastici. In primo luogo, sosteniamo l’impegno dei giovani attraverso l’istruzione, incluso il potenziamento delle loro capacità e abilità per combattere l’inquinamento da plastica. In secondo luogo, incoraggiamo le scuole e le università a creare e promuovere la partecipazione ad organizzazioni ambientaliste che possono fungere da veicoli validi per raggiungere le comunità, e in particolare gli individui e i gruppi che sono più esposti ai rischi e ai pericoli dell’inquinamento da plastica. Terzo, è fortemente raccomandato l’uso di metodi e strumenti non convenzionali per rendere i materiali formativi più accessibili agli studenti.
Tali strumenti possono spaziare da opuscoli, a simulazioni e iniziative di gioco, a un intero corso sui rifiuti marini e sulle microplastiche, a seconda dei finanziamenti e delle risorse disponibili a livello locale.
Oltre al cambiamento individuale, l’istruzione può accelerare il passaggio da una cultura dell’usa e getta che vede individui o consumatori come inquinanti primari, alla prospettiva del sistema che tiene conto dell’inquinamento da plastica in tutte le fasi della sua catena del valore. Un approccio sistemico può consentire di diffondere la consapevolezza in tutti gli attori lungo la catena del valore, fornendo opportunità di cambiamento a ciascun livello. Pertanto, i programmi di istruzione e formazione possono promuovere l’innovazione per trovare alternative praticabili alla plastica, adottare misure per prevenire i rifiuti e l’inquinamento da plastica e incoraggiare il coinvolgimento di tutti gli attori nel ridurre l’inquinamento da plastica.
- Il ruolo dei giovani nella lotta all’inquinamento da microplastica e rifiuti marini
È essenziale facilitare la partecipazione dei giovani alle strutture, ai partenariati, alle piattaforme e ai meccanismi di stakeholder esistenti legati all’ambiente nel sistema delle Nazioni Unite, incluse le interconnessioni tra le principali parti interessate e attive nel lavoro dei processi pertinenti. MGCY parteciperà attivamente ai negoziati UNEA 5 per promuovere e sostenere una visione degli ecosistemi marini senza plastica. Un’economia più circolare è il modello migliore che proponiamo per affrontare questo problema globale. Per fare fronte a questo tsunami di plastica, è imperativo sviluppare soluzioni a lungo termine, comprese politiche e advocacy dedicate ai giovani.
I giovani si impegnano e continueranno a impegnarsi in tutti i dibattiti sulla lotta ai rifiuti marini. L’invisibile deve essere reso visibile e i giovani devono guadagnare un ruolo maggiore nelle discussioni in corso, dando voce a coloro che sono stati più colpiti dalla crisi della plastica, compresi i bambini che lavorano nel settore informale, i giovani indigeni, i giovani con disabilità, i giovani che vivono nelle vicinanze di discariche o fabbriche di plastica. I giovani hanno diritti inalienabili, che comportano obblighi da parte degli Stati.
La Convenzione regionale di Aarhus e l’Accordo di Escazu garantiscono diritti ai cittadini, compresi i giovani, per l’informazione e la partecipazione ai processi decisionali e ai loro risultati, compresi quelli che si svolgono a livello internazionale. L’articolo 3.7 della Convenzione di Aarhus afferma infatti che “Ciascuna Parte promuove l’applicazione dei principi della presente Convenzione nei processi decisionali internazionali in materia di ambiente e nell’ambito delle organizzazioni internazionali in materia di ambiente” (Milieu Consulting, 2019).
Tuttavia, è innegabile che si debbano affrontare delle sfide ed è anche per questo che il nostro accesso alle informazioni e ai forum decisionali dovrebbe essere protetto, rafforzato e promosso. La pandemia sta sollevando preoccupazioni per la democrazia e l’accessibilità alle risorse, quindi ci impegniamo per la trasparenza e per la partecipazione della società civile ai negoziati in corso. Non accetteremo che la nostra voce venga messa a tacere, né alcuna mancanza di coinvolgimento nei diversi processi. Cercheremo costantemente di facilitare la partecipazione collettiva e significativa dei giovani nelle vie ufficiali e formali di progettazione, attuazione, monitoraggio, follow-up e revisione della governance ambientale e attività di conservazione a tutti i livelli. MGCY continuerà a sensibilizzare e promuovere la visibilità sulle azioni contro la plastica e le microplastiche. Le 370 organizzazioni associate continueranno a utilizzare i social media, organizzare webinar e far parte di iniziative locali, anche attraverso il supporto e la comunicazione.
Per ulteriori informazioni sull’impegno dei giovani contro l’inquinamento marino: sullo sviluppo delle capacità
→ Webinar capacity building
PARTE 2: Richieste
Un futuro migliore è possibile e, a tal fine, vogliamo più pesci che plastica nei nostri oceani. Ribadiamo con forza che un’economia più circolare è un modello migliore per affrontare questo problema globale. Inoltre, siamo fermamente convinti che per affrontare in modo collaborativo l’inquinamento marino, i negoziati debbano essere ispirati da progressi locali, regionali e nazionali. Tra gli obiettivi dell’UNEA-5 c’è anche quello di facilitare le ambizioni dei diversi Stati membri al fine di raggiungere un accordo efficace a livello globale (UNEP, 2018). Un approccio strutturale per vietare la plastica monouso attraverso la legislazione ambientale internazionale dovrebbe essere seriamente preso in considerazione, insieme a una protezione più sistemica degli oceani, inclusa la decontaminazione da rifiuti chimici. Crediamo inoltre che le industrie e le aziende debbano implementare una vera e propria economia circolare. I produttori dovrebbero progettare prodotti e materiali da imballaggio pensando al loro recupero dopo l’uso e alla circolarità. In quanto giovani consumatori, abbiamo bisogno di maggiori informazioni sui prodotti e continueremo ad adottare un approccio critico verso nuove soluzioni per distinguere le best practices ed incentivi dal greenwashing e dalle alternative sbagliate.
Una volta che la pandemia COVID è diventata una minaccia globale, l’uso di imballaggi riutilizzabili o biodegradabili è stato ulteriormente ridotto poiché la pubblicità contro la diffusione dei germi inconsapevolmente discrimina i materiali riutilizzabili.
La plastica ha avuto una rinascita mentre milioni di consumatori in tutto il mondo hanno cercato di eliminare tutte le superfici “sporche”. Sacchetti per la spesa in plastica, contenitori per alimenti, posate e cannucce sono diventati indispensabili in un mondo contaminato da COVID. Tuttavia, la stessa OMS ha avvertito che il virus può “sopravvivere fino ad 1 giorno su stoffa e legno, fino a 2 giorni su vetro, 4 giorni su acciaio e plastica, e fino a 7 giorni sullo strato esterno di una mascherina chirurgica” (Van Doremalen et al., 2020). La plastica è quindi lungi dall’essere l’opzione preferibile durante la pandemia. Di conseguenza, il COVID ci ha dato l’opportunità di passare dai modelli lineari a un modello circolare. I nostri governi devono assumersi la responsabilità attraverso misure preventive per evitare la plastica non essenziale.
2.1. Domanda agli Stati membri
L’inquinamento marino da plastica è stato anche ripetutamente menzionato ed evidenziato dall’UNEA in diverse risoluzioni (Risoluzione 1/6: UNEP, 2014b; Risoluzione 2/11: UNEP, 2016; Risoluzione 3/7: UNEP, 2017; Risoluzione 4 / 6: UNEP, 2019).
In quanto giovani cittadini portavoce dei nostri rispettivi paesi, vogliamo sottolineare che a livello nazionale abbiamo bisogno di misure efficaci per affrontare il problema dei rifiuti marini e dell’inquinamento da microplastiche. L’inquinamento da plastica è una delle maggiori minacce antropiche che il nostro pianeta deve affrontare e la protezione dell’ambiente marino è una preoccupazione comune dell’umanità.
Per quanto riguarda queste sfide, chiediamo ai governi di implementare la circolarità per avere un approccio olistico al problema. È necessario applicare un approccio basato sull’intero ciclo di vita della plastica e attuare strategie lungo tutta la catena del valore della plastica per affrontare i rifiuti marini e le microplastiche nei nostri oceani. Pertanto, le soluzioni devono essere rivolte sia upstream che downstream dell’intero ciclo di vita della plastica. In primo luogo, secondo i principi dell’economia circolare, chiediamo ai governi di fornire buoni incentivi per alternative sostenibili, innovazioni e miglioramenti del design. Allo stesso tempo, gli Stati membri e le loro istituzioni dovrebbero smetterla di promuovere investimenti sbagliati e non sostenibili a sostegno della produzione di prodotti di plastica non essenziali che finiscono nei nostri oceani. Chiediamo inoltre l’attuazione delle normative nazionali e internazionali esistenti. Diverse strategie nazionali e internazionali per invertire la tendenza alla plastica sono già esistenti, ma palesemente prive di applicazioni pratiche.
MGCY chiede ai governi di allineare le loro azioni con le ambizioni iniziali di questi strumenti applicando i loro standard attraverso azioni concrete. I governi dovrebbero incoraggiare la loro economia a passare da lineare a circolare. A tal fine, gli Stati membri dovrebbero garantire supporto tecnico e finanziario ai responsabili politici e ai paesi in via di sviluppo.
infine, MGCY chiede fermamente ai governi di migliorare le loro strategie per contrastare i rifiuti marini e le microplastiche:
MONITORAGGIO E RENDICONTAZIONE
- Garantire un adeguato monitoraggio e reporting. Il monitoraggio dello stato del nostro ambiente marino e costiero e dell’uso della plastica è essenziale. Non possiamo combattere ciò che non conosciamo.
- Coinvolgere la popolazione, compresi giovani e bambini, in questo processo di monitoraggio.
- Fornire alle autorità locali e nazionali gli strumenti per misurare le quantità di plastica nei loro oceani.
- Condurre VIA e migliorare le conoscenze su plastica e microplastiche.
- Strumento di misurazione standardizzato di monitoraggio e valutazione specifico per una specifica geografia (simulazione / modellazione / visualizzazione).
- Aggiornamento delle politiche di gestione dei rifiuti e monitoraggio di strumenti obsoleti.
PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO DA PLASTICA E PROMOZIONE DI UN’ECONOMIA CIRCOLARE
- Stabilire politiche governative audaci e olistiche contro l’uso di plastiche non essenziali e monouso.
- Stabilire obiettivi di riduzione delle plastiche.
- Prevenire l’esportazione di rifiuti plastici, soprattutto verso i paesi in via di sviluppo, e garantire un ottimo rapporto tra strumenti internazionali, locali e regionali in materia, quali la Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e il loro smaltimento.
- Finanziare e prioritizzare operazioni di pulizia dei nostri oceani.
- Incoraggiare la responsabilità estesa del produttore (EPR) come soluzione chiave per innescare buoni incentivi.
- Incoraggiare l’innovazione per la circolarità e il miglioramento del design degli imballaggi.
- Comunicare con i consumatori per renderli parte della soluzione.
- Promuovere il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei materiali.
GESTIONE INTEGRATA E CIRCOLARE DEI RIFIUTI
- Garantire una corretta gestione e smaltimento dei rifiuti, soprattutto di quelli plastici. La fine del ciclo di vita della plastica deve essere gestito seguendo un approccio circolare che eviti modalità di smaltimento dannose per l’ambiente.
- Stabilire obiettivi e azioni ambiziosi per la gestione dei rifiuti, in particolare promuovendone la prevenzione.
- Fornire alle autorità locali mezzi finanziari sufficienti spesso per occuparsi in prima linea della gestione dei rifiuti solidi.
- Promuovere campagne educative e di sensibilizzazione del pubblico per garantire la riduzione al minimo dei rifiuti e uno smaltimento degli stessi sicuro e rispettoso dell’ambiente.
- I partenariati pubblico-privato possono svolgere un ruolo nel finanziamento e nello sviluppo di infrastrutture e sistemi di gestione dei rifiuti.
- Quando è impossibile prevenire la generazione di rifiuti, promuoverne il riciclaggio nella massima misura possibile.
- Garantire un corretto riciclaggio, in particolare dei kit COVID-19 che, in quanto rifiuti medici, contribuiscono all’aumento della quantità di rifiuti pericolosi.
- Evitare l’incenerimento, poiché la combustione di prodotti in plastica, inclusi dispositivi di protezione medica (ad esempio, le mascherine potrebbero contenere additivi come PFAS), rilasciano sostanze chimiche nocive (in particolare diossine) nell’aria, inquinando l’ambiente e provocando un impatto sulla salute umana.
- Conformità agli SDG 12, SDG 13 e SDG 14 sulla massimizzazione dell’efficienza delle risorse e la riduzione al minimo della produzione di rifiuti.
2.2. Proposte e suggerimenti agli Stati membri
La pandemia COVID-19 ha ribaltato e messo a nudo le disuguaglianze nei sistemi economici e sociali globali. Ha ancora una volta sottolineato che alcune delle popolazioni più vulnerabili e delle professioni maggiormente sottovalutate nella nostra società non solo sono le più colpite durante i periodi di crisi, ma anche quelle su cui facciamo più affidamento. L’inquinamento da plastica è una delle maggiori minacce alla salute degli oceani in tutto il mondo.
Come parte del Major Group for Children and Youth di UNEP, che è l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente, per creare uno spazio ufficiale e incaricato, formale e auto-organizzato per bambini e giovani, al fine di contribuire e impegnarsi nei processi politici intergovernativi presso UNEP e presso importanti processi di governance e conservazione ambientale nel più ampio sistema delle Nazioni Unite, abbiamo fornito un elenco di possibili 10 modi in cui i governi possono fare la differenza, a partire da oggi.
1) Stabilire obiettivi di riduzione riducendo l’uso di plastica dal 50% a un valore uguale o inferiore al 30% come base per ridurre gli effetti ambientali dell’inquinamento da materiale plastico.
2) Supportare le organizzazioni che affrontano l’inquinamento da plastica o coloro che ne sono direttamente colpiti. Invitare organizzazioni dei Ministeri della Salute e dell’Ambiente.
3) Adottare e applicare la normativa sui rifiuti e un framework politico sulla microplastica per evitare prodotti contenenti materiali pericolosi (es. microsfere). Le microsfere si trovano in alcuni cosmetici e prodotti per l’igiene orale, attraverso i sistemi fognari e, successivamente i corsi d’acqua, possono raggiungere i nostri oceani, dove costituiscono un pericolo per centinaia di specie marine.
4) A causa dell’epidemia di COVID-19, dobbiamo adottare linee guida di sostenibilità per gestire le attrezzature mediche attraverso un sistema di monitoraggio della circolazione delle merci e coinvolgere volontari e reti di attivisti (es. Sanità pubblica, ambiente, politiche, giovani).
5) Sviluppare una gestione su misura dei rifiuti attraverso piani di adattamento e campagne sociali di riciclaggio per le popolazioni meno rappresentative (anziani, persone con disabilità, bambini, rifugiati, ecc.) per educare e sviluppare la consapevolezza sull’inquinamento da plastica attraverso un approccio su misura, diffondendo la parola. Questi toolkit possono consentire di rimanere informati sulle questioni relative alla plastica all’inquinamento da per aiutare a rendere gli altri consapevoli del problema.
6) Educazione ambientale attiva per le scuole primarie attraverso il coinvolgimento di un adeguato programma su temi legati all’igiene, alla gestione dei rifiuti e al riciclaggio. L’istruzione primaria è una fase cruciale nello sviluppo del comportamento, della consapevolezza sociale e del rispetto dell’ambiente per un individuo. Di conseguenza, è essenziale fornire strategie e approcci per integrare l’educazione al corretto utilizzo della plastica nelle scuole primarie.
7) Importanza di dati accessibili e trasparenti attraverso la raccolta di dati sulla quantità di plastica generata / sui rifiuti generati / e sugli effetti dei rifiuti (sociali, ambientali ed economici) sostenendo la trasparenza di tali dati da parte dei governi.
8) Implementare miglioramenti delle zone costiere (divieti di sostegno) sviluppando più rigorose misure limitando l’acquacoltura in mare aperto. Il passaggio a sistemi di acquacoltura terrestre sostenibili, al fine di ridurre inquinanti associati all’acquacoltura costiera come l’inquinamento da plastica dovuto ad attrezzi da pesca persi o scartati e rifiuti non trattati con alti livelli di azoto e fosforo (si possono ridurre i rifiuti sulle spiagge e rendere le persone più consapevoli inquinamento).
9) Investire in infrastrutture sostenibili e strutture di monitoraggio per disporre di un sistema circolare e trasparente per prevenire rifiuti, incenerimento e discarica.
10) Promuovere una legislazione sul turismo sostenibile e rispettoso attraverso un impegno politico sostenibile per aiutare a raggiungere la circolarità nell’uso della plastica e ridurre l’inquinamento da plastica a livello globale, al fine di combattere l’inquinamento dei rifiuti marini.
2.3. Un accordo globale
Richiesta in occasione dell’UNEA-3 nel 2017, che i governi costituiscano un gruppo di esperti aperto ad hoc sui rifiuti marini in plastica e microplastiche per esplorare le questioni di governance globale, identificare le lacune esistenti e considerare diverse opzioni.
Molti esperti partecipanti al gruppo AHEG hanno affermato che è stato necessario un nuovo trattato all’UNEA-4 nel 2019, diverse risoluzioni (ad es. Risoluzione 4/6: UNEP, 2019) sono stata presentate con l’obiettivo di catalizzare l’azione internazionale. Nonostante l’ampio consenso sulla necessità di un’azione globale urgente e ambiziosa, queste risoluzioni sono state respinte a causa delle preoccupazioni di una minoranza di Stati.
Il mandato del gruppo di lavoro di esperti è stato tuttavia prorogato e riferirà sui suoi progressi all’UNEA-5 nel febbraio 2021. In considerazione di questo cambiamento di scenario UNEA, MGCY chiede l’adozione di un accordo globale sui rifiuti marini. I risultati di queste sessioni devono essere audaci e coerenti, adottando un approccio olistico e internazionale alla crisi dell’inquinamento. Chiediamo che i giovani possano essere maggiormente coinvolti e consultati sulle questioni riguardanti la plastica. MGCY ribadisce il proprio sostegno, come le altre associazioni costituenti, ad un nuovo accordo globale per risolvere il problema dell’inquinamento da plastica.
La Convenzione sull’inquinamento da plastica, sostenuta da diversi Stati membri e rappresentanti del CSO, rappresenta un passo importante per promuovere e ottenere un ambiente privo di plastica e non tossico.
Riteniamo che il raggiungimento di un accordo multilaterale sia un punto di partenza per l’attuazione di normative efficaci per contrastare i rifiuti marini e le microplastiche a livello sia regionale che nazionale. Questa crisi dell’inquinamento da plastica è di natura intrinsecamente transfrontaliera e quindi richiede una risposta globale concertata e coordinata per affrontarla adeguatamente.
MGCY si impegna per un testo di frontiera e vincolante a livello internazionale contenente misure esplicite che consentano un passaggio verso la circolarità e una riduzione dei rifiuti di plastica. La convenzione dovrebbe sostenere l’adozione e l’attuazione di un’economia circolare che si concentri ad eliminare la minaccia degli effetti nocivi per l’ambiente e la salute umana, derivanti dall’inquinamento da plastica e dai rifiuti marini, per le generazioni presenti e future.
CONCLUSIONE
Con più attori impegnati nell’economia circolare, possiamo invertire la tendenza dell’inquinamento da rifiuti plastici e operare entro i confini planetari! Concentrarsi solo sulla gestione dei rifiuti rimane insufficiente per invertire questa tendenza. Esortiamo gli Stati membri a considerare un approccio olistico alla crisi dell’inquinamento, guidato dalla creatività, dall’innovazione e dall’apertura a nuove soluzioni, concentrandosi sia sulla produzione che sul consumo di plastiche. In particolare, riteniamo che la disincentivazione della produzione di plastica e la riprogettazione dei prodotti in plastica dovrebbero essere strategie preferenziali alla sola gestione dei rifiuti. Infine, i giovani sono impegnati a combattere i rifiuti marini e le microplastiche, ma ribadiscono che questo debba iniziare dalla produzione.
Contatti:
Teresa Oberhauser: teresa.oberhauser@unmgcy.orgYugratna Srivastava: yugratna.srivastava@unmgcy.org