Di Magali Prunaj

24 gennaio 2022, Roma: oggi si vota per il presidente della Repubblica.

Senatori a vita, Senatori, Deputati, delegati dalle regioni voteranno per chi, per i prossimi 7 anni, dovrà prendere il posto di Sergio Mattarella.

Ancora non c’è un accordo vero e proprio sul prossimo garante della Costituzione, sul prossimo presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Per ora i partiti hanno solo un punto in comune: il prossimo, o la prossima, presidente non deve essere un nome divisivo, ovvero non deve essere più vicino a una parte politica che a un’altra, ma deve mettere d’accordo tutti.

Forse una banalità, ma sicuramente più facile a dirsi che a farsi vista soprattutto la rosa di nomi, anzi il “borsino”, fino ad ora proposti.

Ma in concreto oggi cosa accadrà?

La risposta la troviamo nella nostra Costituzione, agli articoli 83, 84 e 85. Trenta giorni prima della scadenza del mandato (3 febbraio) il presidente della Camera, attualmente Roberto Fico, convoca i parlamentari (321 Senatori, 6 Senatori a vita e 630 Deputati) e i delegati regionali (sono 58, ogni regione ne invia 3 tranne la Valle d’Aosta che ne invia uno solo), chiamati in gergo giornalistico “grandi elettori” semplicemente perché chiamati a votare su qualcosa di “grande”, per esprimere fin dal primo scrutinio una preferenza.

In tempi normali si sarebbero riuniti tutti in seduta comune nell’aula di palazzo Montecitorio e, chiamati in ordine alfabetico, ogni nostro rappresentante, ricevuta la scheda e la matita da un usciere, sarebbe entrato in quello che chiamiamo “catafalco”, una cabina elettorale estremamente imponente, per poi, una volta usciti, inserire la scheda in un’urna detta anche “insalatiera”.

Concluse le operazioni di voto si procede allo spoglio e al conteggio dei voti. Per essere eletto Presidente della Repubblica sono necessari i due terzi dei voti degli avanti diritto, per lo meno per i primi tre scrutini. Se dopo tre tentativi non si è ancora eletto il Presidente, allora la maggioranza si abbassa al 50%+1 dei voti.

Ma quest’anno le norme sulla sicurezza anti-contagio hanno cambiato leggermente la prassi. Il “catafalco” sarà sostituito da delle cabine elettorali più grandi, più facili da disinfettare al passaggio di ogni grande elettore e, per garantire il diritto al voto anche di chi dovesse risultare positivo, è stata allestita una cabina elettorale “drive-in”.

Non solo, l’aula della Camera non potrà riempirsi con più di mille persone tutte insieme per non violare la normativa anti-assembramento attualmente vigente. Per questo si è trovata la soluzione di convocare 50 persone alla volta che, in tempi molto rigidi, dovranno portare a termine il loro compito.

Leggendo qua e la il toto nomi, o come già detto “borsino”, del Quirinale scopriamo che i candidati considerati maggiormente in auge sono l’attuale presidente del consiglio, l’attuale presidente del Senato, Pierferdinando Casini, ormai volto storico della politica italiana, e la dottoressa Elisabetta Belloni che, con i suoi 63 anni, i suoi numerosi incarichi diplomatici, il suo essere donna, sembra essere una candidata estremamente plausibile.

Ma se potessi esprimere anche io oggi la mia preferenza non lo so se queste caratteristiche potrebbero bastarmi e questi nomi soddisfarmi pienamente.

Il presidente che vorrei, che non è il titolo di una canzone, è una persona, uomo o donna poco importa, che conosca realmente la Costituzione, che ne conosca lo spirito e i valori sui quali poggia e a tutela dei quali è nata. Che si rispecchi in ciò in cui i nostri padri costituenti credevano, nei valori di libertà, di eguaglianza e di unità tipici del Risorgimento italiano e fatti propri dall’Italia dal dopoguerra in avanti. Se esiste ancora qualcuno che rispecchi questi ideali si faccia avanti e si ricordi che sostituire il Presidente Mattarella non sarà semplice.

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