Di Magali Prunai

Negli ultimi tempi la salvaguardia e tutela dell’ambiente è diventata sempre più d’interesse comune tanto da essere al centro dei discorsi quotidiani di tutti noi, o quasi.

Fra i vari argomenti che danno forma al tema, molto vasto e generico, “ambiente”, quello che ci coinvolge e riguarda più da vicino è sicuramente la raccolta differenziata della spazzatura. Argomento che ci coinvolge tutti e che ci consente, pur nel piccolo del nostro mondo, di dare un contributo significativo alla tutela della salute della Terra.

L’argomento non deve essere giusto un “pour parler”, perché va di moda dire che l’ambiente è in pericolo, ma la questione ci riguarda seriamente e direttamente oggi come ieri.

Era il 1884, la città di Parigi era particolarmente sporca e il funzionario d’igiene pubblica, Eugène Poubelle, rese obbligatorio installare tre bidoni fuori da ogni portone: uno per la carta e gli stracci; uno per gli scarti alimentari e uno per vetro, porcellane e resti delle ostriche. La città si ripulì ben presto, liberandosi di odori sgradevoli e di tutto ciò che comporta la sporcizia per le vie di una città.

Il sistema, abbastanza efficiente, non si diffuse per niente tanto che dobbiamo aspettare almeno un secolo perché la Germania approvasse un sistema simile e migliore. A metà degli anni ’80 del secolo scorso, infatti, furono installati dei “secchioni” chiusi, per evitare il diffondersi di odori sgradevoli, con lo scopo di raccogliere, e differenziare, vetro, cartone e rifiuti alimentari.

Incentivando anche il sistema del “vuoto a rendere”, la Germania decise di rendere più facile individuare il bidone corretto utilizzando dei colori intuitivi e sempre uguali, ovunque.

Il sistema dei colori della differenziata è un nodo spinoso all’interno dell’intero territorio dell’Unione Europea tanto che fino a non pochi mesi fa ognuno aveva un sistema differente, anche all’interno degli stessi confini nazionali.

Stabilito di recente che i colori devono essere uguali per tutti, e quali debbano essere, aspettiamo con ansia che l’UE si pronunci su un sistema di stoccaggio identico, in modo che buttare la spazzatura a Milano, a Canicattì, a Parigi o ad Amsterdam sia esattamente identico e non dipenda dai diversi impianti di riciclaggio.

Ora che i colori sono gli stessi, mentre aspettiamo che la “monnezza” europea diventi tutta uguale, mi domando: riusciremo ad avare anche uno standard di prese e spine identici?

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