Di Magali Prunai

Ci racconta l’Antico Testamento che Dio, vedendo Adamo triste perché si sentiva solo, prese una sua costola e creò Eva, la prima donna. Una volta creata, e fatte le dovute presentazioni, Adamo affermò “questa volta essa è carne della mia carne e osso dalle mie ossa”. Ma cosa intende con “questa volta”?

Per rispondere a questa domanda viene in nostro soccorso la Cabala Ebraica, un insieme di tradizioni esoteriche legate ai numeri, dove si racconta di un’altra donna, non una semplice compagna di Adamo perché creata insieme a lui a immagine e somiglianza di Dio. Stiamo parlando di Lilith, o Layla, figura indipendente e autonoma che tutto voleva meno che essere sottoposta e dominata da Adamo. Furono proprio i ripetuti tentativi di sottomissione da parte del compagno a indurla a lasciare l’Eden, di sua spontanea volontà. Adamo le mandò dietro schiere di angeli per riportarla indietro, ma senza successo.

E così, mentre un primo essere vivente acquistava consapevolezza e coscienza, semplicemente perché lo voleva e non perché tentata da qualcuno, Adamo, ignaro del mondo circostante, in perfetto costume adamitico, si rattristò e chiese a Dio una nuova compagna. Questa volta carne della sua carne in modo che non avesse troppe pretese.

Lilith la troviamo in molte religioni mesopotamiche, precedenti alla nascita dell’ebraismo. Si trattava di un demone femminile legato al vento che portava tempesta, disgrazia, malattia e morte. Si narra avesse i capelli rossi e fosse di una bellezza tanto travolgente quanto pericolosa perché ingestibile. Insomma, una strega ante litteram.

Sempre fonti ebraiche ci dicono che probabilmente, nel tentativo di salvare Eva, Lilith si trasformò in serpente e la convinse a mangiare il frutto proibito.

Gira e rigira la colpa di ogni male della società ricade sempre sulla donna anche se, grazie a lei, abbiamo ottenuto indipendenza, libertà e consapevolezza. Tanto che nell’ottocento diventa una figura simbolo dell’emancipazione femminile che, già 3000 anni fa, lottò per la sua autodeterminazione.

La leggenda di Lilith, in realtà, ci testimonia il passaggio da una società probabilmente matriarcale a una patriarcale che ha dominato il mondo fino a non troppo tempo fa. Non a caso, infatti, la responsabilità dela cacciata dall’Eden, con conseguenti sofferenze e il divenire esseri mortali, è sempre stata di Eva, la donna tentatrice, alla stregua di un demonio, che porta l’uomo in errore.

L’aver riscoperto questa figura non servirà a riscrivere le religioni nelle quali crediamo e a cambiare il nostro passato, ma sicuramente aiuterà a scrivere il nostro futuro. Un futuro di emancipazione, di consapevolezza, di eguaglianza e di parità.

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