Di Magali Prunai

Ambiente, politica, salute e donne: grandi tematiche che possono andare tranquillamente a braccetto e che trovano grande espressione in una pensatrice del ‘900, ormai quasi del tutto dimenticata: Laura Conti. Nata a Udine nel 1921, trascorse l’infanzia cambiando spesso casa, città e regione finché la sua famiglia non si stabilì a Milano dove finì di frequentare il liceo.

Proprio Milano, gli ambienti impegnati della politica e dell’antifascismo furono determinanti per la sua crescita e nella formazione di un suo pensiero critico. A Milano iniziò il suo percorso di studi in medicina e si adoperò per la propaganda antifascista, partecipando a riunioni clandestine e nell’aattività di “proselitismo” nel tentativo di far cambiare idea ai militari. Arrestata dopo una soffiata anonima, nel ’44 fu portata al campo di transito di Bolzano ma, fortunatamente, non fu mai deportata in Germania.

Dopo la guerra, anche se con un leggero ritardo, si laureò in medicina. Lavorò come medico nelle scuole, si occupò di medicina del lavoro, si avvicinò al partito socialista prima e quello comunista poi. Prese le parti degli studenti autori di un’inchiesta del giornale “La Zanzara”, il giornale del liceo classico Parini, di Milano, rei di aver intervistato i loro compagni sulla contraccezione e sul valore della verginità. Arrestati e sottoposti a umiliazioni in questura, fu una delle poche voci autorevoli ad alzarsi in loro difesa. Proprio in quegli anni, nel 1970, scrisse l’introduzione a un libro dedicato all’istruzione sessuale degli studenti. Sostenendo come fosse fondamentale spiegarla dettagliatamente sotto i profili biologici perché tabù e vergogne venissero eliminati.

Ma la Conti non si occupò solo di questo. Le sue passioni riguardavano molti ambiti della conoscenza.

Si accostò molto allo studio della biologia, definendosi una “biologa teorica”. Una definizione che fa un po’ sorridere, ma se leggiamo i suoi ragionamenti ci rendiamo conto come, invece, per lei era possibile essere anche una biologa teorica. Sostenitrice dei movimenti femministi, si sposò anche alla causa ambientalista, tanto da essere fra i fondatori de la Lega per l’ambiente, oggi Legambiente. Fu segretaria della Casa della Cultura, a Milano, e fondò l’associazione Gramsci. Negli anni, nonostante le sue idee fossero spesso ostacolate da varie dirigenze di partito, fu candidata ed eletta sia in comune che in regione e, nel 1987, alla Camera dei Deputati.

Definirla una pensatrice è molto riduttivo. Laura Conti fu una studiosa prima di tutto, una studiosa che metteva a frutto le sue conoscenze e le sue scoperte elaborando un ragionamento e un pensiero ancora molto attuale. Un esempio di donna determinata, che grazie alle sue forze, alle sue capacità, alla sua intelligenza e bravura e preparazione ha lasciato un segno indelebile nella nostra società.

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2 pensiero su “LAURA CONTI: LA PENSATRICE DIMENTICATA”
  1. Fantastica donna, attorniata dal potere maschilista. Purtroppo, più che dimentica, sconosciuta a molti.

    1. Purtroppo quasi completamente sconosciuta, ma per fortuna negli ultimi mesi sono stati pubblicati alcuni libri su di lei. La speranza è che contribuiscano a scoprire questa figura a mio parere fondamentale.

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