Di Magali Prunai
Quando avevo 17 anni un professore, in una classe esclusivamente femminile, ebbe la brillante idea, per scatenare un dibattito e farci esercitare nella conversazione nella lingua che insegnava, di domandarci quali fossero i mestieri solo per donne, quali solo per uomini e quali adatti a entrambi.
Inutile dire che le reazioni non furono delle migliori, con una netta levata di scudi da parte di noi ragazze che rivendicammo il diritto e la libertà di poter scegliere la nostra professione del futuro e il nostro eventuale percorso universitario indipendentemente dal nostro genere ma solo in base alle nostre qualità e attitudini.
Alcune scelsero, poi, materie più tecniche. Altre più discorsive, come chi scrive, altre decisero di accedere direttamente al mondo del lavoro senza passare per un’università.
Sicuramente non la pensava come lo sfortunato professore, o qualche Senatore della Repubblica attuale, Nellie Bly, la donna americana che cambiò molto il mondo femminile dando un importante contributo all’emancipazione della donna a cavallo fra otto e novecento.
Il 14 novembre 1889 Nellie Bly partì dal New Jersey e, dopo aver percorso 40.000 km, arrivò a New York il 25 gennaio del 1890. Impiegò ben 72 giorni per completare il giro del mondo, ben 8 in meno rispetto a Phileas Fogg, il noto protagonista de “Il giro del mondo in 80 giorni”. La prima donna a viaggiare da sola, senza un accompagnatore uomo, la prima giornalista donna a dedicarsi al giornalismo investigativo e che inventò l’inchiesta giornalistica sotto copertura. Fu una dei pochi giornalisti a intervistare Belva Ann Lockwood, la prima donna candidata alla presidenza degli Stati Uniti. Considerata scomoda scelse di trasferirsi in Messico come corrispondente. Da sempre interessata alle questioni sindacali e di lavoro, in Messico si occupò delle condizioni sociali del popolo. Inutile dire che fu costretta a tornare a casa molto presto. Tornata in patria iniziò a lavorare per il New York World, di Joseph Pulitzer. Le venne l’idea di fingersi pazza e farsi ricoverare in un ospedale psichiatrico per constatare, dall’interno, le reali condizioni delle malate. Dopo 10 giorni, per intervento del suo giornale, fu “dimessa”. La sua inchiesta, in cui definiva l’ospedale come un luogo di detenzione e non di cura, dove non tutte le ricoverate avevano la reale necessità di trovarvisi, destò parecchio clamore e furono aumentate le sovvenzioni statali affinché le condizioni dei degenti migliorassero. Il viaggio intorno al mondo, che arrivò subito dopo, la consacrò a modello per l’emancipazione femminile. Fu corrispondente di guerra, una rarità più unica che rara per una donna, e si schierò apertamente col movimento delle suffragette.
Nellie Bly è morta a 57 anni, di polmonite, nel 1922.
Un esempio per le donne, ma anche per gli uomini, dal quale ancora oggi dovremmo prendere tutti spunto.