Uno dei miei gruppi musicali satirici preferiti sono i Nanowar of Steel: sono un gruppo di musicisti molto bravi che fanno “heavy metal” che si può definire comico. Sono sarcastici ed come ogni buon gruppo di satira sanno cogliere e rendere caricatura le figure piu di spicco della società dei nostri tempi.

Tra i vari personaggi incappati nell’universo fantasy dei Nanowar non è mancato uno dei cavalieri piu nobili e decantati del nostro reame : il nostro primo Ministro Mario Draghi.Ebbene si, inaspettatamente lui sotto l’acronimo di “Mario Dragoons” viene presentato nella canzone “Tooth Fairy” come l’eroe finanziario che si oppone ai malefici piani della FATINA DEI DENTI, che ignara delle sacre leggi dei mercati mette a repentaglio la stabilità economica degli stati scambiando SOLDI per DENTI.

Un sacrilegio bancario che attenta alla stabilità mondiale con il rischio di inflazione e altri effetti nefasti causati dall’introduzione di denaro non aureamente tutelato. Ebbene si, bisogna dirlo …..come anche Pirandello sosteneva, la comicità è un modo di dire la verità, e in questo caso si può dire essere stata addittura profetica.

Daltronde ricordiamo tutti il nostro primo ministro per la stoica frase “Whatever it takes”, “Qualsiasi cosa sia necessaria” proclamata per il salvataggio della BCE durante la crisi economica del 2008. Spero di avervi strappato qualche sorriso grazie alle prime righe di questo articolo, e spero che vi accompagnino per il resto della lettura, che ..aimè farà meno ridere e a tratti susciterà un sussulto lacrimatorio.

Seppur narrandovi sempre le gesta del nostro Mario Draghi, questa volta sia l’eroicità che la risata non saranno forse le sensazioni che verranno più a trasmettersi.

Sia chiaro, stimo tantissimo il nostro Presidente del Consiglio, lo ritengo una persona preparata, colta di elevato spessore e di elevata pazienza (se non altro per sopportare le “incursioni barbariche” nel suo governo). Ho asserito positivamente anche se meno convintamente di altri alla nascita del suo governo dopo il Conte II. Ma questa volta, il giorno dopo la presentazione della nuova bozza PNRR  – mi perdonerete – non riesco a definirlo un eroe.

Certamente questa bozza non è una bozza “di Draghi” e quindi non è sicuramente significativo prendersela solo con lui

Ma le aspettative erano alte … e come diceva il buon Morandi ( no, non quello del Ponte ndr.) ma il Gianni nazionale: uno, non tradirli mai han fede in te.

Non è mia abitudine unirmi al coro dei lamenti, delle critiche a prioristiche o del “Piove governo ladro”.

E non è certo quello il messaggio che  voglio trasmettere.

Per questo motivo seppur sarà compito arduo cercherò di motivare e argomentare al meglio un sentore istintivo che serpeggiava in me, e che ora un po’ a mio avviso si è palesato.

Partiamo dal contesto.

In questi giorni è stato approvato il tanto atteso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)  o Recovery Plan.

Detto alla spiccia, rappresenta la pianificazione strategica che il nostro paese fornisce per ricevere i fondi europei del NextGenerationEU o Recovery Fund, il grande piano di investimenti europei per rispondere alla crisi pandemica e non solo.

Il Portogallo è stato il primo ed entro il 30 aprile è toccato anche a noi.

Come si vede dalle figure 2, il Next Generation EU ammonta a 750 miliardi complessivi si dividono in 390 miliardi di sovvenzioni (cioè risorse a fondo perduto) e 360 miliardi di prestiti (che gli Stati dovranno rimborsare).

                  Figura 1 – Next Generation EU COVID-19 Recovery

Il Recovery Fund è strutturato in diverse linee di azione: oltre chiaramente alle linee di intervento per la ripresa , il pacchetto comprende anche il Just Transition Fund , il Rural Development Fund il ReactEU.

Questi oltre supportare la ripresa vanno rinforzano la direzione verso la Giusta Transizione Ecologica e il rispetto degli Accordi di Parigi (Figura 2), andando altresi a rafforzare le misure previste dal EU Green Deal.

Queste copiose cifre porterebbero sicuramente a rallegrarsi : difatti questa è EFFETTIVAMENTE un’occasione unica nell storia per fare un cambiamento strutturale e per effettuare con coraggio “a basso rischio” quelle scelte necessarie per il rispetto dell’Agenda 2030.

Figura 2- Struttura dei fondi del Next Generation EU

L’Italia potrà contare su 209 miliardi, suddivisi tra 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 miliardi in prestiti. Per aver accesso a questi fondi l’Italia deve appunto presentare il suo Recovery Plan, ossia indicare come e quando utilizzare i fondi per gli investimenti necessari alla ripresa. Il piano oltre dal punto di vista formale deve rispettare alcuni vincoli ossia

– il 20% dei fondi deve essere allocato in digitalizzazione e innovazione

– il 37% in green transition

Più in dettaglio Il piano deve spiegare spiegare in che misura la componente contribuirà alla transizione verde, compresa al rispetto della biodiversità e  al raggiungimento dell’obiettivo climatico dell’UE per il 2030 e alla neutralità climatica entro il 2050, dimostrare in che modo le misure nella componente contribuiscono all’obiettivo di dedicare almeno il 37% delle spese del Piano per gli obiettivi climatici.

Inoltre a seguito della prima versione del piano presentata dal Conte II, sono state suggerite, in maniera non vincolante, alcune misure quali proroga al 2023 del Superbonus 110%, la riqualificazione dei medici di medicina generale, la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di strade, viadotti e ponti e ovviamente riforme strutturali [1]

La prima versione del piano è stata soggetta a diverse critiche ed è stato uno dei motivi “dichiarati” della crisi di governo che poi ha portato al cambio dell’esecutivo.

La prima versione del piano (Febbraio 2021)  era articoltato in 6 macro-missioni, vale a dire 6 aree di investimento (Figura 3):

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile
  4. istruzione e ricerca
  5. inclusione e sociale
  6. salute

Queste missioni a loro volta raggruppano 16 componenti funzionali per realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo

Figura 2- I pilastri del PNRR

Il Piano di Febbraio si concentrava sui tre assi di intervento condivisi a livello europeo:

  •  digitalizzazione e innovazione,
  •  transizione ecologica,
  •  inclusione sociale.

Venivano individuati i seguenti nodi  nodi da risolvere per rilanciare lo sviluppo nazionale.

l’insoddisfacente crescita italiana, dovuta non solo alla debole dinamica degli investimenti, ma anche a una serie di fattori strutturali, le disparità di reddito, di genere, generazionali e territoriali,le calamità naturali, e le riforme della pubblica amministrazione.

La prima versione del piano conteneva una  valorizzazione del lavoro agile nonchè una maggiore attenzione al tema dell’accesso delle donne a posizioni dirigenziali.

La strategia si vedeva costruita da una sinergia con le politica di coesione 2021-2027, il Piano Sud 2030,  favorendo sinergie e complementarietà fra le risorse provenienti dal RRF, quelle provenienti da REACT EU e la quota anticipata del Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027.

La nuova versione del piano è uscita venerdi scorso e approvata lunedi 27 Aprile.

Contiene gli stessi pilastri e corrisponde ad un ammontare totale degli investimenti di 221,5 mld dei quali 191,5 provengono dal Recovery Fund, e 30 dai Fondi di sviluppo e coesione.

Prima di passare a qualsiasi commento, la tabella sottostante riassume in termini di cifre impegnate un confronto tra precedente e la corrente versione del piano sulla base

Tabella 1.

 PNRR Febbraio 2021PNRR Aprile 2021
digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura  46,3 mld 42,2 mld (22%)
rivoluzione verde e transizione ecologica  69,8 mld57 mld (30%)
infrastrutture per una mobilità sostenibile  31,9 mld 25,4 mld (13%)
istruzione e ricerca28,4 mld31,9 mld (17%)
inclusione e sociale27,6 mld19,1 mld (10%)
salute19,7 mld15,6 mld(8%)

Lascio al lettore il primo confronto numerico.

Gli obiettivi presentati nella seconda versione Aprile 2021 sono 2:

  1. Riparare i danni economici e sociali della pandemia
  2. Contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia.

Le riforme e gli investimenti andranno ad affrontare 3 grandi problemi di fondo che sono disuguaglianza di genere,  inclusione giovanile e disuguaglianze territoriali.

Ecco, prima di passare ai numeri un’analisi letterale sull’esposizione degli obiettivi e dei problemi di fondo

Si passa da 3 a 2 macro obiettivi e da plurimi problemi di fondo (sotto figura 3) a tre grandi criticità.

La cosa che passa subito all’occhio è: dove è finita la transizione ecologica?

Volendo essere scarcastici e apprezzando il doni della sintesi che sicuramente distingue figure di caratura internazione, si direbbe che tale termine possa essere stato risparmiato, perchè già allocato nel ministero che ha cambiato le sua denominazione.

E allora pur apprezzando il dono della sintesi, dov’è il Sud?

Pare possa essere incluso nel generico e omnicompresivo divari territoriali.

Ma d’altronde potrebbe essere corretto: basta con questi distinguo discrimanori, basta con nord sud est ovest. L’Italia è una e lo ha capito anche la Lega e può darsi che proprio loro abbiano suggerito questo “cambio di denominazione”, a conferma della loro redenzione romana. Sarà andata cosi…sicuramente. Spesso le parole usate sono molto piu indicative di ogni indice numerico, soprattutto sull’ambizione e sull’intenzione di chi le usa. Ma a voler pensar bene ora andiamo proprio sui numeri.

Appare subito palese che tre voci indicative come  digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura ,rivoluzione verde e transizione ecologica , infrastrutture per una mobilità sostenibile sono in ribasso. Lo sono anche sanità e inclusione sociale.

L’unica in saldo positivo è la ricerca.

Altresi guardando i valori percentuali si nota subito che il vincolo europeo sul digitale rimane rispettato (20%), quello sulla transizione no (30% contro 37% richiesto).

Ma ne è valso una telefonata “tranquillizzante” tra Draghi e Von Der Leyen , e l’assicurazione delle riforme strutturali (che siano sempre lodate), per far andare tutto bene….

A volte nella vita è importante avere i contatti giusti….

Quindi dai su, la transizione c’è non ci lamentiamo, qualche soldino ce lo abbiamo messo. Tanto le riforme strutturali garantirano e dimostreranno il rispetto della biodiversità e il percorso verso i target europei per rispettare gli accordi di Parigi.

Per la cronoca nella versione definitiva mancano negli obiettivi un riferimenti esplicito al raggiungimento degli obiettivi delle Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”

Inotre proprio nelle risorse nulla è detto su legge sul consumo di suolo, legge su stop immatricolazioni auto diesel e benzina come già deciso da paesi europei come Francia, Norvegia, Gran Bretagna.

Ma sicuramente, seppure le parole sono meno i riferimenti pure i soldi pochi ma buoni e ben allocati, gli investimenti saranno mirati correttamente.

Efficienza e sostenibilità, facciamo le cose con meno….

Riguardo alla sostenibilità e alla realizzazione concreta, giusto per dare qualche spunto:

  • l’acquisto di treni regionali è diminuita da 80 nel piano Conte a 53, considerando che dei 456 treni circolanti 256 sono a diesel
  • i percorsi ciclabili urbani passano da 1000 km della precedente proposta a 570 km mentre i percorsi ciclabili turistici da 1626 km della precedente proposta a 1200 km: in bici solo in vacanza
  • ci sono grossi investimenti su Idrogeno ma non verde che consente a Eni e Snam di continuare ad avere un ruolo determinante: questione da chiarire se le reti idorgeno saranno allacciate alle  attuali centrali di gas
  • Le risorse destinate alla qualità dell’aria e la biodiversità attraverso  la tutela delle arre verdi e marine  sono 780 milioni per tutta italia di cui 360 solo per la rinaturalizzazione dell’area del Po
  • c’è una riduzione degli investimenti su energie rinnovabili , sono previsti 4,2 GW che e’ una potenza installata sufficiente solo per coprire meno di un anno di crescita per coprire  i target europei
  • parte su economia circolare è concentrata solo su gestione dei rifiuti e non un piano che coinvolga industrie e PMI con risorse limitate

[tratto dall’analisi del PNRR di Angelo Bonelli, esponente dei Verdi Italiani]

Ma soprattutto, poichè ce lo chiede l’Europa

  • Le risorse per il superbonus edilizio non sono sufficienti per arrivare al 31 dicembre 2023, mancano 12 miliardi. (c’è un’impegno ufficile tuttavia di proporogare con una nota allegata alla legge di bilancio 2021…parola di draghetto)
  • Ritorna a grande richiesta, dopo mille battarglie per fermarlo, il sito stoccaggio CO2 a Ravenna , progetto Eni, che serve per continuare a estrarre idrocarburi anche dopo il 2050.

Che dire.

L’elefante ha partorito un topolino, per essere teneri.

Al netto di tutto questo piano si dimostra

  • Formalistico
  • Poco ambizioso e di visione
  • Riduzionista e molto generalista

Spero di sbagliarmi vivamente e spero che in realtà le misure poi si rivelino piu efficaci di quanto traspare.

Tuttavia se il buon giorno si vede dal mattino, forse non mi sono ancora svegliato….effetto lockdown In ogni caso caro Mario, in questa avventura, non me la sento di riferirti come un eroe notabile

Piuttosto come un abile notaio, sicuramente capace di portare a casa il risultato, ma ne piu ne meno…

Serviva visione, ambizione coraggio. “Qualsiasi cosa sarebbe stato necessario”…era questo il momento

Invece è solo il minimo indispensabile se non addirituttura il “non abbastanza”.

Non mi tocca che sperare nella fatina dei denti Von der Leyen

RIFERIMENTI

[1] https://www.pmi.it/economia/mercati/354748/recovery-plan-il-pnrr-approda-in-parlamento.html

[2] https://www.mef.gov.it/focus/Next-Generation-Italia-il-Piano-per-disegnare-il-futuro-del-Paese/

[3] https://www.facebook.com/AngeloBonelli.EuropaVerde/posts/3910267602355050

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Di admin