Di Magali Prunai
Una storia aleggia per le strade di Francia, una leggenda antica e misteriosa che viaggia trasportata dal vento nei vicoli della Provenza fino a raggiungere Parigi.
Nel 1717 Voltaire fu imprigionato alla Bastiglia e, proprio in quell’occasione, venne a sapere di una storia molto strana su un prigioniero del quale non si sapeva il nome e che teneva il volto nascosto da una maschera di velluto e cinghie metalliche. Uscito dal carcere il filosofo, incuriosito, fece alcune ricerche. Il prigioniero godeva di uno status privilegiato e dai registri della prigione risultava morto nel 1703 e sepolto in un cimitero di Parigi con un nome probabilmente fasullo. Il certificato di morte riportava che il prigioniero aveva 45 anni, ma il medico del carcere sosteneva ne avesse almeno 60. Una persona deceduta anziana, vissuta seminascosta, quasi come un principe ma dentro un carcere. La curiosità era troppa e bisognava approfondire.
Dalle sue ricerche Voltaire scoprì che la maschera di ferro arrivò a Parigi dopo essere stato in numerose prigioni, fra le quali anche Pinerolo e l’isola di Santa Margherita, la maggiore delle isole di Lerins, a largo di Cannes. L’uomo, il cui status privilegiato era stato stabilito dal ministro della guerra, il marchese Louvois, poteva parlare col suo confessore, col medico, con l’ufficiale di guardia ogni volta aveva una richiesta, poteva togliere la maschera per mangiare, bere e dormire e sotto sorveglianza, sempre mascherato, poteva fare delle passeggiate nel cortile della fortezza dell’isola di Santa Margherita.
Ma chi era quest’uomo? Voltaire ipotizzò che si trattasse di un personaggio importante che per convenienza non dovesse essere riconosciuto e che eliminarlo fisicamente coi sistemi più comuni all’epoca non fosse conveniente politicamente o per questioni affettive. Molti ipotizzarono che si trattasse, in realtà, del fratello gemello di Luigi XIV. Tesi avallata anche da Dumas padre nel romanzo conclusivo delle vicende di D’Artagnan e dei moschettieri del re, il Visconte di Bragelonne. Ma la tesi non sta in piedi dato che all’epoca le regine partorivano in pubblico e difficilmente un parto gemellare sarebbe passato inosservato. Altri, più di recente, hanno ipotizzato che in realtà si trattasse del vero padre dell’erede al trono, nato parecchi anni dopo il matrimonio fra Anna d’Austria e Luigi XIII, quando i due coniugi ormai non condividevano neanche più la camera da letto. Ma anche questa tesi non è attendibile o dimostrabile.
Chi era dunque questa maschera di ferro? Un fratello scomodo alle ragioni dinastiche, un amante, un prigioniero politico, magari rapito per ottenere qualcosa che non è mai stato ottenuto? Nella cella che fu della maschera di ferro, sull’isola di Santa Margherita, si può leggere una targa con tutti i nomi delle 60 possibili identità, come, oltre a quelle già dette, una donna, un figlio di Cromwell, Moliere, Nicolas Fouquet che, fra le altre cose, fu detenuto anche a Pinerolo.
Tutte congetture ancora da dimostrare. L’unico dato certo è che un uomo, fra la fine del ‘600 e i primi del ‘700, visse nelle prigioni di Francia mascherato e godendo di numerosi privilegi e che la Provenza non è solo terra di lavanda, cinema e casinò, ma anche di storia e misteri.