Di Magali Prunai
L’igiene personale è importante e lo sappiamo un po’ tutti e, anche dalle pagine di Hubzine, lo abbiamo ripetuto più volte. Lavarsi ogni giorno, lavare i propri indumenti, sostituire quotidianamente la biancheria intima e quella della camera da letto almeno una volta a settimana, detergere le mani ogni qual volta si rientra in casa dopo essere stati su un mezzo di pubblico trasporto o a fare la spesa sembrano concetti basilari, ma se le autorità sanitarie hanno ritenuto opportuno ribadirlo molto spesso nel corso di questa pandemia (un’epidemia sviluppatasi in tutto il pianeta), motivandola come la prima lotta a quella che ormai trattiamo, viviamo e vediamo come una terza guerra mondiale, forse non è poi così scontato.
Se i nostri cugini tedeschi vengono bacchettati perché tengono le finestre di casa aperte troppo a lungo, causando una notevole dispersione termica, se scherziamo della totale assenza nei bagni dei nostri cugini francesi (ma succede in tutta Europa) del bidè, o abbiamo riso a crepapelle della folle corsa, un anno fa, degli statunitensi a comprarne e installarne convinti che potessero dare una protezione maggiore, a noi è stato spiegato più e più volte di pulire i pavimenti di casa e qualcuno ha ritenuto necessario mostrarci come lavare correttemanete le mani.
In questa folle corsa ad accaparrarsi salviettine igienizzanti, gel, soluzioni alcooliche di ogni genere è emerso un dato, sempre legato alla nostra igiene, allarmante. Nei periodi di chiusura, di tele lavoro o smart working, un italiano su due non si è lavato i denti e due italiani su cinque non hanno ritenuto necessario prendere in mano lo spazzolino per più giorni consecutivi. Un notizia non notizia, direte, problema solo di chi si ritroverà a respirare la propria “fiatella” nella mascherina. In realtà è sinonimo di un forte degrado sociale attuale e di un probabile problema economico in seguito. In questi mesi il 69% degli italiani ha preferito rimandare un controllo dal dentista e il 60% ha deciso di aspettare nonostante sentisse dolore. Se uniamo questo dato alla scarsa o assoluta assenza di igiene, è facile intuire che a breve avremo schiere di italiani coi denti gialli, cariati o sgretolati. Il dato preoccupa soprattutto perché in questi mesi è mancato il buon esempio nei confronti dei minori tanto che lo studio, condotto da Edelman Data & Intelligence per la divisione Oral Care di Unliever, ha messo in luce come un bambino su cinque da mesi lavi i denti meno di due volte al giorno.
La speranza è che i dentisti, visti gli inevitabili costi elevati, continuino ad accettare pagamenti rateizzati o l’impatto sociale sarà molto più elevato di quello che possiamo pensare nello scherzare sul cattivo odore proveniente da certe bocche.