di Magali Prunai

Nei giorni scorsi in Italia è iniziata una nuova mania, quella delle scarpe sportive coi colori e nome di un noto discount tedesco, famoso per le offerte settimanali a prezzi stracciati.

Circa 13 euro per delle scarpe gialle, rosse e blu in edizione limitata, prezzi bassi anche per i calzettoni di spugna bianchi col marchio del supermercato e le altrettanto bruttine ciabatte di plastica. Prezzi davvero irrisori per i tre accessori di una tanto assurda quanto ambita collezione moda in edizione assolutamente limitata per una stagione non molto ben chiara.

Il lunedì in cui le scarpe erano disponibili nei negozi, di qualsiasi colore fosse la zona di appartenenza, esattamente come nei mesi scorsi in altri stati europei, sono comparse file lunghissime ore prima dell’apertura. Erano tutti là davanti con un solo scopo: accaparrarsi quanti più pezzi possibili.

La collezione, che ricorda molto il tedesco stereotipato in vacanza al mare negli anni ‘80 con calzini e ciabatte, costituisce un vero e proprio oggetto del desiderio, come una borsa o una giacca di qualche stilista famoso.

Nel 1966 lo psicologo Jack Brehm si rese conto che un bambino di due anni, come un adulto di venti, trenta o più ha un’attrazione maggiore verso ciò che non può ottonere o è difficile avere.

Vi è mai capitato di negare un certo gioco a un bambino e questo ha lottato con tutte le sue lacrime per ottenerlo? Avete mai provato a concedere quel gioco al bambino per vedere cosa accade e notare che, nel momento stesso in cui non è più proibito, la sua attenzione si sposta su altro abbandonandolo in un angolo?

Il principio osservato da Brehm è proprio questo. Mise a disposizione di due bambini alcuni giocattoli coi quali si divertivano senza sentire la necessità di averne altri finché non ne notarono alcuni dietro a un vetro e impossibili da raggiungere. I bambini non volevano più i loro giochi, ma quelli in vetrina.

Lo studio di Brehm si può estendere facilmente al campo della quotidianeità di ognuno di noi, inconsapevolmente e irrimediabilmente attratti da qualsiasi oggetto ben confezionato ed esposto dietro a una vetrina luccicante. Bello o brutto che sia, interessante o meno, utile o inutile, per almeno 5 minuti lo desidereremo ardetemente convinti che null’altro al mondo possa soddisfare le nostre esigenze e appagare noi stessi come quell’inutile oggetto che neanche sappiamo a cosa serva.

Ed è così che possiamo spiegare non tanto la corsa a comprare almeno un paio di queste tanto desiderate scarpe, quanto il passo successivo che ne è scaturito, in Italia e nel resto d’Europa.

Sold out nelle prime ore della mattina, al pomeriggio erano già facilmente rintracciabili online a prezzi esorbitanti: chi le rivende a 100, chi a 200, chi anche a mille euro.

La corsa a comprarle ha reso le scarpe gialle, rosse e blu l’oggetto del desiderio di tanti, scatenando meccanismi inconsci che porteranno sicuramente qualcuno alla follia di acquistarle a 5 volte o più il loro valore.

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