di Andreas Massacra

 

Un uomo che moraleggia è di solito un ipocrita, una donna che moraleggia è inevitabilmente brutta” così Oscar Wilde, con un brillante aforisma, mette alla berlina i moralisti. E’ l’eterno scontro tra Cicciolina e Maria Goretti, unte entrambe, certo di olio diverso, ed io continuo a preferire la prima.

Vedete, l’operato di Renzi si può criticare in moltissimi modi, come segretario, come Presidente del Consiglio, come semplice senatore e, non lo conosciamo, ma sicuramente avrà degli aspetti criticabili anche come persona (come tutti del resto, mica solo lui eh). Crediamo che criticare Renzi perchè ha invitato Bonolis alla Leopolda sia moralista e in ultima analisi, leggendo poi alcuni post su facebook di gruppi più o meno femministi e più o meno di sinistra che biasimavano il Bonolis, egoista.

E allora ne riportiamo uno tratto dalla pagina “Il Corpo delle donne” : I MAESTRI della LEOPOLDA
Alla Leopolda va in scena Bonolis.
Matteo Renzi lo accoglie da star e conducono un dibattito politico applauditissimo: basta dire genericamente che si sta dalla parte dei migranti e che i nostri laureati non raccolgono pomodori quindi abbiamo bisogno di manodopera dall’estero, che un boato di facile entusiasmo lo accoglie.
Bonolis di “Ciao Darwin” Bonolis di “Avanti un Altro”. Quel Bonolis avete capito bene.
Hanno fatto molti danni questi programmi televisivi e il perchè lo sappiamo.
Ma i tanti “democratici” che affollano la Leopolda sono quegli intellettualucci che gridano al moralismo ogni qual volta gli si ricorda che quella fogna mediatica entra nelle case e arriva a persone affette da analfabetismo di ritorno creando il disastro culturale a cui stiamo assistendo.
Ma a loro non interessa eliminare le cause del disastro.
Gli basta piacersi tra di loro fighetti/e.
Che vergogna.
Gramscì starà rivoltandosi, Berlinguer piangerà di sicuro, Pertini sarà in rivolta e la mia Maria Giudice starà meditando di resuscitare e occupare l’orribile consesso.

Ma quei bravi sindaci in Emilia e in Toscana, ma quelle brave persone del PD che incontro nei miei giri: dove siete? cosa fate? mandate questi inetti fighettini a quel Paese!
Che vergogna, che inetti.
Si meritano di precipitare sottozero.
Che affronto

Sotto ci sono poi delle foto di Bonolis insieme alla Madre Natura del popolare programma “Ciao Darwin”.

Secondo infatti l’asinistra Bonolis avrebbe contribuito all’ignoranza di questo paese e l’ignoranza la metterebbe in scena con programmi generalisti e populisti. A questo proposito ci preme sottolineare come la responsabilità di Bonolis, ammesso che l’abbia, sia minima: è dai primi anni ’80 che la TV generalista la fa da padrona e sfido chiunque a non ricordarsi del Drive In, di Non è la Rai, di Striscia la Notizia e di Emilio.

Tra l’altro Bonolis, per precisa scelta editoriale, nei suoi programmi ha dichiarato di non selezionare i concorrenti, così quelli che arrivano rispecchiano la medietà nazionale. Se poi si guardassero bene i programmi da lui condotti, si vederebbe come le battute al vetriolo verso i concorrenti più ignoranti e improponibili siano frequentissime e il più delle volte mordenti. Se c’è un problema di analfabetismo funzionale e ignoranza diffusa, comunque le cause sono da ricercarsi altrove: in primo luogo la scuola e la famiglia (tanto per dirne due da niente ma vuoi mettere quanto sia impegnativo…per l’asinistra è più facile puntare il dito su “Avanti un altro”)

La critica tuttavia più risibile è quella condotta dal versante femminista che ultimamente in lana caprina è maestro. Si contesta a Bonolis di aver annullato anni di lotte femministe, mettendo in mostra nei suoi programmi donne formose, sexy, vestite in maniera succinta e provocante. A parte il fatto che non è stato certamente il primo a fare una cosa del genere, ci preme sottolineare che quelle ragazze sono pagate, fanno le soubrette per mestiere e lo fanno liberamente. L’avverbio è importante, perchè una delle battaglie del femminismo fu anche quella di dare alla donna la libertà del e sul proprio corpo. Nel momento in cui l’oggetto della tua lotta diventa libero, uno dei possibili risultati è che agisca in maniera non conforme alle tue aspettative. Ci si deve spiegare come mai una donna brutta che veste in maniera succinta (oh sentite, che va in giro mezza nuda), per le femministe stia asserendo la libertà del proprio corpo, mentre se lo fa una bella donna, per professione, pagata e altrettanto liberamente come la precedente, allora quest’ultima stia buttando all’aria anni di lotte femministe. O la libertà è per tutti o non lo è. Da questo punto di vista il movimento femminista che muove queste critiche non è difforme dal Dio cattolico che ti dà il libero arbitrio ma che ti manda all’inferno se non agisci secondo i suoi precetti.

Qui uguale: ti conquisto la libertà ma ti taccio di vilipendio alla donna se la libertà non la usi come dico io. Allora tanto vale non dare il libero arbitrio all’uomo e tanto vale non lottare per l’emancipazione corporale della donna: in entrambi i casi evitiamo la manfrina e dite come ci si deve comportare, che per inciso non è libertà ma solo sostituzione di una morale con un’altra. La soubrette che va mezza nuda in TV non lede la libertà di nessuno, deve essere lasciata libera di comportarsi come vuole, vestirsi come vuole (o come ritiene che alla sua professione convenga), di farsi guardare se lo ritiene opportuno.

Il moralismo sta qui in queste critiche: l’asinistra ha la presunzione di dirmi come devo ridere, cosa devo guardare, cosa mi deve divertire in TV; ha l’ardire, senza averne autorevolezza alcuna, di tacciare di miscredenza chi non ottempera ai suoi precetti morali anche se, e le soubrette sono esempio lampante, lo fa liberamente.

Questo tipo di moralismo, sempre per ripendere il buon Oscar Wilde è egoismo nella sua forma più becera con una buona dose di invidia: “Egoismo non è vivere come si vorrebbe ma chiedere agli altri di vivere come noi vorremmo vivere”.

Nessuno può dirci cosa guardare, per cosa ridere, come andare vestiti, fintanto che queste cose non ledono gli altri.

Ci dispiace (ma che dico non ci dispiace per niente, ne andiamo fieri) ma noi piace considererci membri della sinistra che un bel mattino è andata al Palazzo d’Inverno e ha defenestrato l’aristocrazia e che dato molti più diritti alle donne di quanto non fecessero al tempo le democrazie occidentali, non dell’asinistra che fa le battaglie sugli asterischi al finale delle parole e che non trova di meglio che criticare Bonolis alla Leopolda.

Rivendichiamo di essere parte di quella sinistra, anche libertina (e viva il marchese di Sade che personalmente preferiamo di gran lunga a Bernardo di Chiaravalle e al Buddha), che gli piace guardare una bella donna (o un bell’uomo se si hanno altri orientamenti sessuali) se questa (o questo) lo permette. Una sinistra a cui piaciono le belle forme e che ride anche per programmi leggeri e lo manifesta, se vuole, anche senza un posato garbo e senza dover rendere conto a moralismi di sorta comunque repressivi.

In penultima battuta sapete cosa pensano e cosa fanno Berlinguer, la Giudice e Pertini? Niente perchè sono morti. Non invocate illustri personaggi del passato come una panoplia per coprire la mancanza di autorevolezza del presente. Fate loro un favore, lasciateli in pace.

Se ci si deve contrapporre a delle novelle morali che impongono la loro visione sul come disporre del proprio umorismo e del proprio corpo allora, in bella forma e per tutti, viva la f**a!

 

 

 

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