di Magali Prunali

La questione “donna” è sempre attuale e sempre

sulla bocca di tutti. Spesso ci si riempie la bocca della tematica femminile senza sapere bene di cosa si stia parlando e quali siano gli scopi da raggiungere e perseguire. Le suffraggette lo sapevano bene, volevano l’eguaglianza, la parità con l’uomo e il diritto di voto. Le loro battaglie le hanno vinte, se non tutte la grande maggioranaza. Ma oggi, 2018, cosa è rimasto di quelle battaglie e di quelle vittorie? Le statistiche parlano chiaro.

Il 21% delle donne italiane ha subito violenza sessuale, il 20% violenza fisica, l’11% delle ragazze di meno di 16 anni ha subito una violenza. Più di 3 milioni di donne hanno subito stalking, ovvero atti persecutori da parte di qualcuno che spingono la vittima a cambiare radicalmente il proprio stile di vita pur di sfuggire al molestatore, di queste 2 milioni sono perseguitate dall’ex partner; più di un milione ha subito molestie sul lavoro; quasi 7 milioni hanno subito almeno una volta nella vita una violenza, sia verbale che fisica.

Il grosso delle violenze avviene all’interno delle mura domestiche, padri, mariti, fidanzati, conviventi che credono di avere diritto di vita e di morte sulle loro mogli, figlie, sorelle, fidanzate. I casi di femminicidio, ovvero di donne uccise da un uomo col quale avevano un rapporto affettivo o familiare, non tendono minimamente a scendere. Nel 2016 se ne sono contati 120, nel 2017 la media è stata di una vittima ogni tre giorni. Negli ultimi dieci anni in Italia sono state uccise 1740 donne, il 71,9% (1251 donne) in famiglia. Il 78% delle donne che ha subito stalking, circa 8 su 10, non ha denunciato o cercato aiuto spesso per il timore di subire altre e peggiori aggressioni, spesso per la vergogna e spesso perché non si sa a chi rivolgersi.
Il terzo settore, il volontariato, è molto attivo nell’attività di aiuto, nelle campagne di denuncia e nel cercare di portare proposte sempre più sofisticate perché le leggi siano sempre maggiormente tutelanti e che le donne che denunciano un partner non debbano più avere paura di subirne le conseguenze fisiche, perché ci possa essere la tranquillità in una donna di uscire da casa a qualsiasi ora, vestita in qualsiasi modo e di non dover subire l’umiliazione degli sguardi, dei commenti, delle mani di chi non ha nessun rispetto per l’altro.
La cultura e l’educazione sono il punto di partenza per tutto, con l’educazione che deriva dalla cultura e dal sapere e con la cultura figlia dell’educazione e del rispetto si può sconfiggere qualsiasi nemico, anche quello dell’ingiustizia sociale, della disparità di genere e della violenza sulle donne.
La sezione milanese dell’associazione FIDAPA – BPW Italy ormai da molti anni promuove, attraverso il Premio Donna, figure femminili di eccellenza ch si occupano della parità di genere e non solo. Quest’anno il motto della premiazione è stato proprio “cultura”, partire o meglio ripartire dalla cultura. Il premio è stato assegnato a sei donne, personalità dello spettacolo, dell’imprenditoria, della ricerca, della scienza, e a un uomo, che ha ricevuto il premio “He for She”, che prende il nome da una campagna realizzata dalle Nazioni Unite per smuovere le coscienze, soprattutto quelle maschili, e coinvolgere giovani uomini e meno giovani ad alzarsi in piedi e dire di no a tutte le violenze contro le donne.
Partire dalla cultura, da ogni sua espressione, coinvolgere chiunque, donne, uomini, bambini perché chiunque un giorno sia consapevole che non esistono lavori da uomo e lavori da donna, libri da donna e libri da uomo, giochi da bambina e giochi da bambino, sport solo femminili e sport solo maschili, che non si pensi più che la bambina che gioca con i soldatini e fa arti marziali sia strana e che il bambino che sceglie la danza classica e un ferro da stiro al negozio dei giocattoli sia effemminato o vittima del carattere troppo forte della madre.

Loading

Di admin