In memoria di Alex Langer, per la data del suo compleanno 22/02
Imparare il dialogo
di Domenico Vito
Oggigiorno assistiamo politicamente ad una situazione che ristagna a seguito di un secolo in cui
due grandi ideologie, socialismo e capitalismo si sono scontrate, dando vita certamente ad un
epoca di prosperità economica, ma nel contempo a forti contraddizioni.
Si potrebbe dire quasi che quest’epoca, proprio perchè di scontro ideologico e di incremento del benessere, sia stata fortemente energivora ossia abbia portato ad un forte consumo delle risorse del pianeta.
Questo consumo è stato addirittura assuefante, e ha fatto si che quel benessere e quel sistema fosse
pensato come l’unico possibile e non modificabile, meccanismo questo molto pericoloso in quanto
deteriore e causa della condizione attuale.
Da almeno 40 anni il movimento ecologista sottolinea queste criticità nel modello del secolo
scorso, e ad oggi si può dire che alcune istanze stanno venendo percepite dalla società.
Langer in questo fu un innovatore perchè, capi da figlio di quel sistema (fu il fondatore di Lotta
Continua) che un cambiamento doveva essere attuato.
Langer per primo fu quella mutazione rispetto ai pensieri dominanti che rappresentò l’innovazione e l’evoluzione. Ma un innovazione particolare.
Quando lo scontro tra due sistemi si esaurisce difatti, ci sono due possibilità: che ne nasca una
sintesi o un’antitesi. La prima è ricca ed evolutiva, la seconda è distruttiva e regressiva. Entrambe
vogliono fare uscire il sistema ad uno instabile, insostenibile, non duraturo e deleterio, ma in
modo diverso: si può dire che la sintesi è un approccio positivo di creazione, l’antitesi invece
negativo, di distruzione.
Langer rappresentò la via per la sintesi, la crescita il superamento positivo i quei valori che
avevano fatto crescere la società sino ad allora. La non violenza, il dialogo, il rispetto dell’altro e il metodo del consenso.
Fare buona politica e riparare il mondo ad oggi quindi significa questo, riportare questi elementi al
centro del dibattito politico e nelle menti delle persone. Proporsi come vera alternativa all’antitesi.
Perchè ad oggi sta vincendo l’antitesi, la politica del rifiuto e del contro -appunto, la regressione.
Questa regressione sta facendo perdere quelle conquiste raggiunti durante il novecento. In
quell’epoca seppur caotica e contradditoria la società aveva fatto grandi passi avanti. Oggi quei passi avanti sono minati, da una volta di andare oltre, sicuramente comprensibile ma disordinata non consapevole e slegata dal passato.
Questa regressione altresi non sta permettendo il superamento positivo di questi valori in modo consapevole e migliorativo.
Questa consapevolezza e questa attidudine invece possono risiedere in molti dei valori che
vengono proposti nella visione della Green Society (Dezza) e da diversi movimenti che
sconnessamente fanno un lavoro nella società di cambiamento virtuoso.
Per questi movimenti e per queste visioni Langer rappresenta un punto di riferimento in quanto,
quale forte europeista dialogatore e innovatore sociale.
Un altro modo ad oggi di fare buona politica e di riparare il mondo risiede proprio anche nel creare le connessioni, le reti virtuose e di dialogo tra quelle realtà che insieme operano verso una direzione di progresso e sostenibilità.
Dialogare con tutti e senza preclusioni, perchè dal dialogo dall’incontro sintetico tra le divergenze
nascono le soluzioni ai problemi comuni. Il problema ambientale e il problema della specie umana di imparare a convivere sul nostro pianeta è un problema comune che va risolto in sinergia.
Sinergia colta anche dalla COP23 che sancisce come percorso per l’implementazione dell’accordo di Parigi il Talanoa Dialogue. Dialogo appunto, ed anche in questo Langer era un precursore. Fare buona politica significa instaurare buoni dialoghi.
Un grande tema sul Dialogo è aperto anche sull’Europa.
L’Europa in questi anni non ha dialogato,con la sua gente con i suoi membri. Il risultato del non dialogo è stata l’erezione di muri, barriere tra stati legati al fenomeno dei migranti e tra cittadini e istituzioni Europee.
Questi muri non hanno hanno rafforzato bensi indebolito la struttura portante dell’Europa. Il sogno Europeo è andato sgretolandosi man mano che ogni muro si ergeva. E anche in questo caso Langer può essere un riferimento.
Un Europa dei popoli, un modello di dialogo tra centri istituzionali e stati periferici è un’istanza che andrebbe riportata al centro del dibattito politico per una buona Europa e una buona convivenza tra gli Stati Europei.
Convivenza che avrebbe dovuto essere scontata a seguito della seconda guerra mondiale, ma che in realtà oggi è minata dalle tendenze delle antitesi, ancora una volta in regressione verso una storia di evoluzione, in questo caso nel contesto Europeo.
Il dialogo per una buona politica deve essere ad oggi anche quello intergenerazionale, perchè se è
vero che uno dei cardini del pensiero sulla green society è lo sviluppo sostenibile che da Rio 1992 quello sviluppo che soddisfa equamente le esigenze relative all’ambiente ed allo sviluppo delle generazioni presenti e future.
Le generazioni presenti e future devono essere beneficiari della buona politica, in un ottica
inclusiva, sia perchè possono essere attori di cambiamento di oggi, sia perchè sono coloro a cui
toccherà farsi carico di continuare “sostenibilimente” il cambiamento domani. Oggi, sebbene non
cosi palese esiste fortemente un interesse nel cercare un altro tipo di valori, un altro tipo di
dialogo, proprio perchè ogni generazione è figlia del suo tempo e in questo tempo di richiesta di
evoluzione, le generazioni di oggi, i giovani di oggi sono alla ricerca di un modo di evolvere e di
punti di riferimento.
Fare buona politica significa fornire correttamente questi punti di riferimento,
e per farlo occorre dialogare, trovare linguaggi comuni tra le generazioni in modo che le
esperienze politiche possano essere tramandate e non disperse dalla regressione antievolutiva.
Lentus, Profundus, Souavis citava spesso Alex Langer proprio a sottolineare che anche il metodo, il processo hanno il loro peso.