Oggi l’Europa per una serie di ragioni è un colabrodo.

E’ un colabrodo sopratutto dal punto di vista di concezione e di percezione pubblica.

Si è perso il credo iniziale, quello che derivava dall’elaborazione dei due conflitti mondiali e della caduta del muro di Berlino.

L’Europa nacque cosi, i suoi padri fondatori, i padri dei nostri padri colsero dopo gli orrori della guerra che l’unità degli stati in un unico consesso potesse essere l’unica vera soluzione per la pacifica convivenza, per non ripetere gli orrori di cui erano stati testimoni.L’Europa nacque cosi prima come unità economica, poi a seguito arrivarono l’unità politica e l’unità monetaria.Ma oggi l’Europa come la conosciamo è in discussione.Le frange di “euroscettici” crescono e fanno paura, grazie al fatto che a causa della crisi economica, delle misure attuate a risposta e della poca democraticità con cui sono stati condotti molti processi nel consesso di Bruxelles ( l’attuale carica di presidente dell’unione ne è l’esempio più eclatante) la popolarità dell’UE è molto bassa.Eppure, al di la dei limiti che ha dimostrato, questa strana entità che – come ha detto Elly Schlein per la sua, la mia, generazione è stato il terreno di crescita – ha un senso di esistere ed un senso che va difeso, nonostante ne vadano affrontate le problematiche e vada ripensata la sua struttura.L’Europa ha una memoria di speranza, figlia del dolore delle vittime delle guerre e per colpa di non degni successori alla sua fondazione ora è a rischio.Ma l’attuale Europa, non corrisponde al disegno iniziale

L’attuale Europa, non è l’ “Europa dei popoli” che personalità forse non troppo citate come Alexander Langer – paladino della multiculturalità, instancabile costruttore di ponti tra uomini – avevano in mente.

E proprio perché questo NON è ciò che l’Europa voleva essere, ma una storpiatura dovuta ad una cattiva gestione, VALE la pena difenderla…ripensandola certamente, ma non mettendola in discussione.

Toccherà quindi ai suoi cittadini e forse ancor più alla “Generazione Erasmus”, ai suoi figli ridare dignità a questa “utopia concreta”.

Vedo l’Europa come l’atrio di una cattedrale, una piazza dove si mischiano lingue e culture…

Oggi in Europa e in particolare nelle grandi città la compresenza di persone di lingue, religione e di colore della pelle e culture diverse sarà sempre meno l’eccezione e sarà sempre più la regola…”

L’altra possibilità è un’attitudine alla convivenza,cioè alla pluralità, al parlare, all’ascoltarsi tra diversi

Cioè ad essere in grado di riconoscere che, ogni luogo della terra, ogni luogo a noi familiare, non diventa meno familiare, meno amico a noi, se oltre a noi c’è qualcun’altro..”

Alexander Langer

https://www.youtube.com/watch?v=sKVnA0KJsvk

https://www.youtube.com/watch?v=lc6gPZEUAh4

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Di admin